Biografia redatta sulla base delle pubblicazioni dei monaci di Finalpia in „Mysterion” (1980) e dei contributi di Dom Mauro Ballatori OSB, Dom Michele Alberta OSB, Don Achille Triacca SDB e altri in „Mysterion” (1983).
Breve Biografia di Dom Salvatore Marsili
Dom Salvatore Marino Marsili (1910-1983), monaco benedettino e figura eminente del movimento liturgico, nasce ad Affile (Roma) il 10 agosto 1910. Avviato fin da fanciullo (1920) all'Abbazia di Santa Maria di Finalpia (Savona), centro nevralgico del nascente movimento liturgico italiano e sede della prima „Rivista Liturgica”, emette la professione temporanea il 1° novembre 1927 e quella solenne il 16 agosto 1931. È ordinato sacerdote il 16 luglio 1933 nella grotta del Sacro Speco di Subiaco. La sua vita è dedicata allo studio e all'insegnamento della liturgia, che per lui rappresenta il culmine e la fonte della vita ecclesiale.
Dal 1961 è il primo Preside del Pontificio Istituto Liturgico del Pontificio Ateneo Sant'Anselmo in Roma, un ruolo che ricopre fino al 1972, contribuendo in modo significativo alla formazione di generazioni di liturgisti. È anche tra i principali promotori del „Centro di Azione Liturgica” (1947) e dirige la „Rivista Liturgica” in due periodi (dal 1947 e dal 1964). Abate dell'Abbazia di Finalpia dal 1972 al 1979, Dom Marsili si distingue per la sua profonda erudizione e la capacità di trasmettere un insegnamento solido e sicuro. La sua opera è fondamentale per l'attuazione della liturgia rinnovata dal Concilio Vaticano II. Muore il 27 novembre 1983, nella prima domenica di Avvento.
Biografia Completa di Dom Salvatore Marsili
Le Origini e la Formazione Monastica e Liturgica
Dom Salvatore Marino Marsili nasce ad Affile (Roma) il 10 agosto 1910. Fin da fanciullo, nel 1920, è avviato come aspirante monaco all'Abbazia di Santa Maria di Finalpia (Savona), che allora è un nome nel nascente „movimento liturgico”, in quanto sede della prima „Rivista Liturgica” italiana. L'ingresso di Dom Marsili in questo ambiente segna profondamente il suo spirito, influenzando sia la sua formazione spirituale-scientifica che la sua intera esistenza.
Dopo aver compiuto gli studi secondari, il giovane Marsili chiude il 1° novembre 1927 il suo anno di noviziato monastico e con la professione religiosa temporanea si consacra al Signore come monaco di Finalpia. Dopo il biennio di filosofia, passato con ottimo esito nel Seminario presso l'Abbazia di Subiaco. La vicinanza e gli studi a Subiaco influenzano il suo percorso vocazionale e, in particolare, la sua ordinazione sacerdotale. È il suo Abate, Bonifacio Bolognani, a inviarlo alla Facoltà teologica di Sant'Anselmo in Roma con l'intento di preparare monaci capaci di collaborare attivamente alla „Rivista Liturgica” da lui fondata.
A Roma, tra il 1929 e il 1934, Dom Marsili completa la sua formazione presso il Pontificio Ateneo Sant'Anselmo. In quel periodo, l'Anselmianum offre un'atmosfera propizia alla formazione intellettuale e monastica, grazie anche alla presenza di altri studenti e studiosi di spicco, e la sua esperienza si concretizza in una comunione di vita con il meglio dei giovani monaci di provenienza internazionale e nel contatto diretto con il corpo insegnante, contribuendo decisamente alla sua formazione umana e scientifica. Qui redige la sua tesi di dottorato in teologia, intitolata „Giovanni Cassiano ed Evagrio Pontico. Dottrina sulla carità e contemplazione” (pubblicata nel 1936), un lavoro innovativo e ben accolto dagli esperti. Il 16 agosto 1931, Dom Salvatore emette la professione solenne a Finalpia ed è ordinato sacerdote il 16 luglio 1933 nella suggestiva grotta del Sacro Speco di Subiaco.
Un momento molto importante per la sua vocazione liturgica è la permanenza nell'abbazia tedesca di Maria Laach, iniziata già nell'estate del 1932 e protrattasi poi per un intero anno scolastico (1934-1935) come studente all'Accademia benedettina fondata dall'Abate Ildefons Herwegen. L'atmosfera scientifico-liturgica di quel monastero e l'influsso dell'Abate e di Dom Odo Casel danno un orientamento decisivo alle ricerche teologiche di P. Marsili.
Le Sfide e l'Impegno Pastorale
Tornato a Finalpia, Dom Marsili inizia la sua carriera accademica insegnando teologia nel Seminario vescovile di Albenga (1935-1937) e successivamente teologia, liturgia ed ebraico nel suo Monastero, che funge da Studentato teologico per i monaci benedettini dell'Italia Settentrionale (1938-1941). Contemporaneamente, presta la sua collaborazione alla „Rivista Liturgica".
Chiusa la lunga parentesi della Seconda Guerra Mondiale, durante la quale è cappellano militare dell'esercito, Dom Marsili dall'agosto 1945 al giugno 1947 è mandato nel Monastero di Noci (Bari), dove continua la sua attività di insegnante di filosofia e di greco ai giovani monaci di quella comunità e di predicatore di esercizi spirituali, soprattutto al clero e alle religiose.
Rientrato a Finalpia nel 1947, gli è affidata la direzione della „Rivista Liturgica”, che l'anno precedente aveva ripreso le sue pubblicazioni. Nell'ottobre dello stesso anno è tra i principali promotori del Convegno liturgico di Parma, che porta alla progettazione e alla stesura delle linee programmatiche del Centro di Azione Liturgica (CAL) insieme a Don Luigi Adrianopoli.
L'anno 1948 segna un'interruzione della sua attività accademica. L'approfondimento teologico della liturgia, obiettivo di Dom Marsili e già evidente nei suoi primi articoli, presenta prospettive nuove che non incontrano le simpatie dell'Abate Emmanuele Caronti, allora Abate Preside della Congregazione Benedettina Sublacense. L'Abate Caronti impone a Dom Marsili di interrompere ogni attività liturgica sia nella parola che nello scritto. Sono lunghi anni di silenzio e di intima sofferenza; tuttavia egli non rimane in ozio. Durante il periodo in cui non gli è permesso di insegnare o scrivere di teologia, ricopre nell'ambito della comunità l'ufficio di ospitalario, di parroco (1949-1951), e di insegnante di psicologia nel biennio filosofico ai giovani monaci della Provincia monastica italiana. Si dedica inoltre a lavori di traduzione dal tedesco e dal francese e alla rubrica „Bollettino Bibliografico” della „Rivista Liturgica".
Oltre al suo servizio diretto in abbazia, Dom Marsili è un pastore zelante e molto ricercato come guida spirituale e predicatore. Tiene corsi di esercizi spirituali e conferenze, in particolare per le comunità religiose femminili, offrendo un nutrimento spirituale profondo e concreto. Come ricorda l'Abate Placido Colabattista nella sua omelia funebre: „Dom Marsili non era solo il maestro, ma il padre che spezzava il pane della Parola di Dio per nutrire i suoi figli. La liturgia, prima ancora di essere insegnata, era per lui l'alimento primario della sua vita monastica e sacerdotale, vissuta nelle soddisfazioni, nelle amarezze e nel dolore.” Dom Adrien Nocent OSB sottolinea che dietro un'apparente rudezza di carattere, Dom Salvatore nasconde un animo buono e sincero. „Non era facile da accostare, ma se gli si diventava amico, la sua amicizia era profonda, fedele e leale.” Anche Don Achille Triacca SDB, con analoga sensibilità, scrive che il suo aspetto apparentemente burbero è invece segno di un cuore di padre, di una persona piena di amicizia profonda, e celava „un sapere che egli comunicava incisivamente da vero Maestro, affiancandosi agli allievi per aiutarli a superare l'impasse di concezioni teologiche forse in sé vere, ma troppo parziali per essere costruttive di un'autentica vita cristiana."
Il Ruolo all'Anselmianum e l'Impegno Istituzionale
Finalmente, la lunga parentesi di silenzio è interrotta dall'intervento del nuovo Abate Preside della Congregazione, lo spagnolo Celestino Gusi OSB, che ordina a Dom Marsili di andare a insegnare liturgia come successore di Dom Cuniberto Mohlberg OSB nel Pontificio Ateneo Sant'Anselmo di Roma. Così, nel 1961, dietro suggerimento e guida di Dom Cipriano Vagaggini OSB e con il favore e l'aiuto dell'allora Abate Primate e futuro cardinale Benno Gut, e dell'allora Rettore Agostino Mayer OSB (poi arcivescovo e segretario della S. Congregazione dei Religiosi), Dom Marsili è tra i fondatori del Pontificio Istituto Liturgico. Ne diviene il primo Preside dal 1961 al 1972, istituendo la cattedra di Teologia liturgica. Questo incarico è il frutto di un lungo percorso di approfondimento teologico sulla Liturgia, che egli stesso sintetizza con l'espressione „Liturgia teologica e non solo Teologia liturgica". Dom Marsili è instancabile nel promuovere la liturgia come „culmen et fons” della vita della Chiesa, un concetto che ha sempre guidato il suo lavoro.
Questi sono anni di attività molto intensa per Dom Marsili. Accanto ai regolari corsi svolti a Sant'Anselmo, è richiesto anche da altre Università e Istituti specializzati: è professore di liturgia nella Pontificia Università Lateranense (1962-1963), nella Pontificia Università Gregoriana (1964-1966), di teologia sacramentaria nell'Istituto di Scienze Religiose dell'Università Gregoriana (1968-1972), di spiritualità liturgica all'Istituto di Spiritualità dell'Università Gregoriana (1967-1972); è anche professore di liturgia nell'Istituto di Liturgia Pastorale di Santa Giustina in Padova (1973-1977) e al Pontificio Istituto „Regina Mundi” in Roma (dal 1960).
Nel 1964, la „Rivista Liturgica” si trova in un momento difficile. L'Abate del tempo, Dom Bernardo Cignitti OSB, sostenuto fortemente da P. Marsili, non vuole cedere alle pressioni per una diversa direzione e incarica lo stesso P. Marsili di prenderne la guida. Dom Marsili comprende subito che per far fronte all'impegno che la riforma liturgica conciliare impone alla Rivista occorre un più efficiente canale editoriale, che trova nel Centro Catechistico Salesiano di Leumann (Torino), assicurando così la continuità della pubblicazione.
Nel 1972, Dom Marsili è eletto Abate, succedendo a P. Abate Bernardo Cignitti (+ 5 settembre 1971) nella guida della sua comunità di Finalpia. L'Abate Marsili accetta e svolge la sua missione come espressione della volontà di Dio; e mentre è costretto a ridurre in parte la sua attività di insegnamento, a lui più congeniale che il compito di Abate, mette al servizio della comunità la sua profonda dottrina liturgico-spirituale, privilegiando in modo particolare, con la parola e l'esempio, un profondo e autentico amore all'Opus Dei. Durante il suo abbaziato, Dom Marsili conserva, con il consenso della sua comunità, l'insegnamento a Roma, dedicandovi un mese sia nel primo che nel secondo semestre, e aggiungendovi l'insegnamento all'Istituto Regionale Lombardo di Pastorale (Milano, 1973-1978). Nel frattempo, è eletto membro della Commissione liturgica della Congregazione Benedettina Sublacense, per la cui Provincia italiana prepara il nuovo „Rituale Monastico”, e della Commissione liturgica dell'Ordine benedettino, dalla quale è incaricato di preparare il „Direttorio per la celebrazione dell'Opus Dei”, che forma l'introduzione della nuova „Liturgia delle Ore” monastica. Nel 1978 è eletto Presidente dell'Associazione Professori di Liturgia (APL).
Lo Sviluppo del Pensiero Teologico-Liturgico
Il pensiero di Dom Marsili sulla liturgia è profondamente radicato nella sua esperienza monastica e pastorale. Per lui, la Teologia Liturgica non è semplicemente una disciplina che attinge elementi dalla liturgia per sostenere una posizione teologica. Al contrario, essa si fonda su quella che egli chiama la „sacramentalità” della Rivelazione. Questo significa che il discorso su Dio, nella prospettiva marsiliana, parte dall'avvenimento della salvezza e dalla sua ripresentazione nella celebrazione liturgica. L'annuncio e la „realizzazione/attuazione” del Mistero di Cristo sono un „unicum” nel modo pieno solo nella celebrazione.
Don Achille Triacca SDB sottolinea come per Dom Marsili la Teologia liturgica sia la „Teologia prima”, necessaria e indispensabile perché il discorso su Dio sia un discorso „cristiano-cristico”, cioè ricevuto dai fedeli per esperienza sacramentale di Cristo. Pur non escludendo altre forme di riflessione umana su Dio, la Teologia liturgica, secondo Marsili, si presenta come la più consona e totalmente adeguata alla spiritualità cristiana.
Gli Ultimi Anni e l'Eredità Spirituale
Nel maggio 1979, dietro richiesta della comunità, Dom Marsili rimette nelle mani dei suoi confratelli la carica abbaziale, dichiarandosi dimissionario. Come semplice monaco, P. Marsili rimane nella sua comunità, dove continua con impegno l'attività di studioso, di professore di liturgia e di maestro di vita spirituale in corsi di esercizi, conferenze e incontri. La sua parola sempre persuasiva e il suo insegnamento solido e sicuro, anche se non privo di un certo spirito battagliero, continuano ad attirare intorno a lui ancora molti discepoli sia tra il clero che tra i religiosi e le religiose.
Dom Salvatore Marsili muore il 27 novembre 1983, nella prima domenica di Avvento. Come sottolinea l’Abate Placido Colabattista, „in quel giorno Gesù lo prese con sé per ammetterlo a celebrare la liturgia perfetta, dando inizio a un ciclo liturgico senza fine.” Anche nel suo ultimo mese di malattia, Dom Marsili tiene la sua „più bella lezione di liturgia” dal suo letto di dolori, una lezione di fede e di abbandono alla volontà di Dio.
La sua figura rimane un faro per la Chiesa italiana e per il Pontificio Istituto Liturgico. Dom Magnus Löhrer OSB lo ricorda come uno dei fondatori del Pontificio Istituto Liturgico, che ha dato il meglio di sé come Professore e Preside per molti anni, e come un liturgista e teologo che ha portato avanti le prospettive aperte dalla Sacrosanctum Concilium come pochi altri. Sebbene non fosse imitabile in tutto, le sue numerose qualità lo rendevano ammirevole, e la sua scomparsa ha lasciato un senso di vuoto. Tuttavia, il suo spirito e il suo insegnamento rimangono vivi, continuando a guidare coloro che si dedicano allo studio e alla celebrazione della Liturgia.
La bibliografia di Salvatore Marsili, ordinata cronologicamente, raccoglie una vasta selezione di pubblicazioni, articoli, contributi e studi che testimoniano l’evoluzione del suo pensiero teologico-liturgico e il suo impegno accademico dal 1930 agli anni ’80. Il documento offre una panoramica completa delle opere principali, delle collaborazioni e degli interventi nei diversi ambiti della ricerca liturgica, risultando uno strumento prezioso per studiosi e appassionati.
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