Capitolo 3: Nicola Cabasilas e La vita in Cristo

3.1 Elementi biografici

Nicola Cabasilas Chamaetos: nato nel 1319/1323 a Tessalonica.

Suo zio, Nicola Nilo Cabasilas, metropolita di Tessalonica, era suo maestro.

Contesto spirituale: esicasmo

A Tessalonica c’erano circoli esicasti, fondati da monaci (Gregorio Palamas, Isidoro Bouchairos, ecc) per diffondere nella società la concezione esicasta della vita.

La madre di Nicola e la sorella del suo amico Demetrio Cidone erano membri di un circolo esicasta.

 

Che cosa è l’esicasmo?

·      Dottrina spirituale e teologica sulla preghiera e sulla vita nel mondo

·      Origini: IV-V secolo (S. Gregorio di Nissa (ca 335- ca 394), Evagrio Pontico (345-399), Omelie di S. Macario (ca 300 – ca 391)

·      Sviluppo: S. Giovanni Climaco (579-649), S. Massimo il Confessore (ca 580-662), S. Simeone il Nuovo Teologo (949-1022)

·      Forma completa: S. Gregorio Sinaita (1260-1346), S. Niceforo Athonita (XIII sec), S. Gregorio Palamas (1296-1360)

 

Contenuto

·      Importanza della “preghiera di Gesù”

·      Posizione corporale

 

Scopo

·      Ottenere l’unione tra la mente e il cuore, affinché la preghiera diventi preghiera del cuore

·      Può condurre alla visione della luce divina: la luce del Tabor, ossia l’energia divina increata. L’oggetto della visione beata non è l’essenza divina ma le sue energie.

La questione dell’esicasmo nel secolo di Nicola Cabasilas

·      Dottrina molto diffusa sul monte Athos

·      Barlam, monaco calabrese, attaccò l’idea che la luce divina potesse essere contemplata con gli occhi del corpo. La distinzione esicasta tra essenza e energie divine offusca l’unità e la semplicità divine.

·      Antagonista di Barlam: Gregorio Palamas

·      S. Nicodemo Athonita (ca 1749 - 1809): Filokalia (Venezia 1782, Atene 1893; traduzione in slavo ecclesiastico da Paisi Velichkovsky: Dobrotolyubie, Mosca 1793).

·      La lotta tra Palamas e Barlam, tra esicasti/palamiti e anti-esicasti, diventa una lotta tra filo-latini e anti-latini.

 

1335-1340    studi a Tessalonica, poi a Costantinopoli

Regno dei Paleologhi: Rinascimento intellettuale umanista

1341             † Andronico III Paleologo – guerra civile tra
Giovanni V Paleologo e Giovanni VI Cantacuzeno (suo suocero)

1347             Giovanni VI Cantacuzeno entra come trionfatore a Costantinopoli.
Nicola Cabasilas diventa suo consigliere, grazie all’istigazione di Demetrio Cidone.
Amicizia stretta tra Giovanni VI, Nicola e Demetrio

 

Demetrio Cidone (ca 1324 - ca 1398)

·      Stretto alleato politico di Giovanni Cantacuzeno.

·      Profondamente ortodosso.

·      Ambasciatore imperiale presso il Papa

·      Scopre il tomismo, grazie alla lettura (per esercizio) della Summa contra Gentiles: i latini che i bizantini ritenevano incapaci di innalzarsi al di sopra delle professioni militari e mercantili conoscono la filosofia greca:
“Poiché i bizantini non si davano cura della loro propria sapienza (greca), consideravano i ragionamenti dei latini invenzioni latine”. In realtà, se soltanto uno si prendesse il tempo di scoprire il significato dei libri latini, nascosto in una lingua straniera, troverebbe che “essi mostrano grande sete di camminare in quei labirinti di Aristotele e Platone per i quali il nostro popolo non ha mai mostrato interesse”.

·      Traduce in greco l’intera Summa contra Gentiles, gran parte della Summa Theologiæ e testi di S. Agostino e S. Anselmo

·      In seguito Demetrio diventerà consigliere principale di Giovanni V Paleologo in vista di una unione ecclesiastica con Roma (la conquista turca diventa sempre più vicina)

 

Due correnti:

1.     Corrente umanista > interesse per la filosofia > interesse per il tomismo e la scolastica > interesse per un avvicinamento con Roma (Giovanni V Paleologo, Demetrio Cidone)

2.     Corrente monastico/esicasta > contro la filosofia profana > contro il tomismo > contro l’idea di una unione con Roma (Giovanni VI Cantacuzeno, Gregorio Palamas, Nicola Cabasilas) 

(1347            Giovanni VI imperatore, Nicola diventa suo consigliere)

1347             Gregorio Palamas arcivescovo di Tessalonica, chiama Nicola a sé.
Gli zeloti anti-esicasti a Tessalonica non lo vogliono – si ritirano sul Monte Athos.

1347             Pace a Tessalonica: Gregorio si istalla come arcivescovo, Nicola va a Costantinopoli.

1351             Sinodo delle Blacherne condanna gli anti-palamiti

1352             Ripresa della guerra civile:
Giovanni VI (con Nicola) contro Giovanni V (con Demetrio)

1352             Giovanni V prende Costantinopoli, Giovanni VI diventa monaco e Nicola si ritira dalla vita pubblica (ancora 40 anni da vivere)

1360             †Gregorio Palamas

 Nicola: monaco, sacerdote o laico…? Importante per l’interpretazione dei suoi scritti.

·      Esicasti: modello esicasta (e monastico) di vita spirituale per i laici

·      Nicola: l’esperienza mistica non è un ritiro monastico dal mondo. L’esperienza mistica più alta si ottiene con la partecipazione alla liturgia e al mistero:

“È questa la via che il Signore ci prepara, la porta che ci ha aperta. Ritornando per questa via e da questa porta, Egli viene di nuovo in mezzo agli uomini”

L’opera di Nicola Cabasilas è fuori della controversia tra palamiti e anti-palamiti, anche se lui stesso si dichiara più vicino ai circoli monastici esicasti.

La sua opera riprende il filo teologico della dottrina patristica: sviluppa una vera teologia del mysterion.

In questo è tradizionale e nuovo:

·      Tradizionale: basato sui riti, sui testi

·      Nuovo: corrisponde a una nuova esigenza di sistematizzazione, parallelamente agli sviluppi della scolastica


 

3.2 La Vita in Cristo

Struttura dell’opera

 

3.2.1 Libro I:   La vita in Cristo si forma per mezzo dei divini misteri del battesimo, del miron e della santa comunione

·      Unità tra la vita presente e quella futura: una sola vita in Cristo che comincia in questo mondo ed è compiuta nel mondo futuro


(p. 62) La vita in Cristo prende inizio … non lo coglie chi non ha l’olfatto.

 

·      Due poli nella vita cristiana : l’azione di Dio e l’azione dell’uomo. L’azione dell’uomo consiste nel ricevere l’azione di Dio.

·      Nei misteri tutto è dono di Dio.

·      I misteri sono la porta della giustizia che Dio ci dà.

·      Tre tappe:
1) incarnazione: Dio ha unito la natura umana, nella sua carne, alla natura divina;
2) nei misteri (oggi) Dio unisce ogni uomo alla Sua carne e gli comunica la Sua giustizia.

(p. 81) A buon diritto quindi possiamo chiamare i sacrosanti misteri porte della giustizia…per entrare in cielo
[…] Ma quando la verità sorse dalla terra … compiere la vera giustizia.

·      Dopo una analisi teologica del mistero della redenzione
(1a tappa: incarnazione = unione delle due nature;
2a tappa: mistero della croce = vittoria sul peccato applicata all’uomo)
Cabasilas espone la 3a tappa del mistero della redenzione: la partecipazione di ogni uomo ai misteri.



3.2.2 Libro II: Quale apporto conferisce alla vita in Cristo il divino battesimo

·      Alle 3 tappe della redenzione corrispondono i 3 misteri dell’iniziazione cristiana, ma in ordine inverso: percorriamo la via della redenzione in senso inverso, cominciando da dove Lui ha finito, e finendo dove Lui ha cominciato:

o   morte e resurrezione < battesimo

o   deificazione della natura umana nella carne di Cristo < cresima

o   l’incarnazione < l’Eucaristia

·      I riti dell’iniziazione definiscono il battesimo come una nascita: la nascita alla vita in Cristo.

·      Ogni gesto del battesimo corrisponde ad una tappa nella storia della Salvezza: storia che ha luogo nel presente, dramma in cui il catecumeno è strappato dal potere del maligno e rimodellato ad immagine di Cristo.
Esempio: lo spogliarsi prima del battesimo:

(p. 108) Col gesto di denudarci completamente … al nome di cristiano.

·      Battesimo = morte alla vita vecchia, caratterizzata dal peccato.

·      Distinzione tra “atti cattivi” (ἐνεργεία: frecce che ci trafiggono) e “habitus” (ἔξις: rimane in noi come una malattia). Si generano a vicenda in un circolo vizioso.

·      Il battesimo toglie ambedue: basta ricevere, basta voler ricevere.

·      La risurrezione è per tutti, ma la vita beata per colui che l’ha voluta.

·      Il battesimo non si ripete.

·      L’essenza della vita nuova appare solo nella vita futura. Oggi è conosciuta solo dai suoi effetti (martirio, ascesi…)

·      La conoscenza e la percezione di Dio che dà il battesimo non proviene da qualche insegnamento ma da una vera esperienza di Dio.
Esempio: tre commedianti.

(p. 135) In molti santi … nemmeno tollerato di udire.

·      L’esperienza di Dio nel battesimo fa nascere nell’uomo un amore infinito.


3.2.3 Libro III: Quale apporto conferisce alla vita in Cristo il divino myron

·      Il battesimo fa nascere, il myron fa agire < dono dello Spirito Santo.

·      Fondamento teologico: l’incarnazione: il Verbo all’inizio era myron in se stesso; poi, prendendo carne, diventò myron che si effonde

·      Nell’ipostasi di Cristo la natura divina e quella umana comunicano come l’effusione del crisma. Se non vi fosse stato l’ostacolo del peccato, già l’incarnazione avrebbe realizzato la divinizzazione dell’uomo.

·      L’incarnazione sopprime il primo muro: quello della natura; la croce vince il secondo muro: quello della volontà

·      Gli effetti della crismazione: i carismi

·      Nostro ruolo: ricevere e voler ricevere

·      Ogni consacrazione viene dal crisma:

(p. 167) Per effetto del myron … Fine

 

3.2.4 Libro IV: Quale apporto conferisce alla vita in Cristo la santa comunione (κοινωνία)

·      Non sono i doni che riceviamo ma Dio stesso, a cui siamo mescolati:

(p. 170) Dopo il myron … il tesoro fino alla fine.

·      La comunione (κοινωνία) completa gli altri misteri

·      Remissione dei peccati

·      La divinità che riceviamo ci trasforma in essa

·      Per essere salvati una cosa sola ci viene richiesta: la vita di Cristo

·      La risurrezione degli uomini all’apparizione di Cristo è anche la risurrezione del corpo mistico di Cristo, unendo intorno a sé tutti i suoi membri:

(p. 216) In quel giorno anche i giusti … soggetto al tempo.

·      Il pane della tavola santa e quello del banchetto celeste è lo stesso:

(p. 217) Da una mensa … fine.

 

3.2.5 Libro V: Quale apporto conferisce alla vita in Cristo la consacrazione del santo altare.

Meditazione mistagogica sulla consacrazione dell’altare in due parti:

1.     Descrizione dei riti

2.     Significato dei riti

 

3.2.6 Libro VI: Come custodire la vita in Cristo dopo averla ricevuta dai misteri.

La risposta dell’uomo alla grazia divina ricevuta nei misteri.

·      Scopo: custodire la grazia

·      Discorso etico che si concentra sulla base del comportamento etico: la volontà

·      “avere comunione di volontà con colui al cui sangue comunichiamo”

(p. 636) Nessuno può dire … Da un solo cuore non possono sorgere desideri contrari.

·      Mezzo : la meditazione – fare regnare nell’anima i pensieri buoni che hanno come oggetto le cose di Cristo

·      La meditazione deve essere continua per scendere nel cuore e per condurci all’amore di Cristo > promozione dell’esicasmo nel mondo

·      I frutti della meditazione: le beatitudini. Meditare le beatitudini ci ricentra sul mistero della salvezza e su Cristo

·      Il fine dell’uomo è di aver parte alla vita beata di Cristo: questo è già dato nei misteri dell’iniziazione

·      C’è un altro tipo di preghiera: l’invocazione continua e confidente del Salvatore:

(p. 285) Perché la nostra meditazione … del loro stesso cuore […] Riflettiamo … non c’è altro nome nel quale dobbiamo essere salvati.

·      L’eucaristia fa del cuore dell’uomo un tempio di Dio:

(p. 288) A renderci capaci … tali malattie. […]
(p. 289) Ma perché … fine.

 

3.2.7 Libro VII: Come diviene colui che, iniziato ai misteri, con il proprio impegno ha custodito la grazia in essi ricevuta

Descrizione dell’uomo che vive in Cristo

·      Aver a acquisito una volontà buona che vuole le cose di Dio

·      Buona tristezza o cattiva tristezza

·      Lo sforzo dell’uomo consiste nel conservare e nutrire l’amore ricevuto nei misteri, mettendo la sua volontà in Cristo

·      La perfezione dello spirito (la conoscenza perfetta) è riservata alla vita futura. La perfezione della volontà (l’amore) è possibile in questo mondo = la vita in Cristo, infusa nei misteri.

(p. 333) Questa è la vita in Cristo … fine.

Conclusione

·      L’opera di Cabasilas è troppo tardiva per una vera posterità nella spiritualità bizantina

·      Non è riuscito a controbilanciare una spiritualità monastico-ascetica con una spiritualità più sacramentale.