Il 21 marzo 2023 i membri della giuria preposta hanno conferito il Premio Sant’Anselmo 2023 alla tesi dottorale di Alexandre Etaix.

Il lavoro di ricerca, svolto sotto la guida  del prof. Matteo Monfrinotti, ha come titolo: “Vivre est un art origines, définitions et usages de la notion de προαίρεσις chez Jean Chrysostome”.

Alexandre Etaix nasce in Francia  nel 1981. Dopo un percorso di studio in filosofia e teologia, ha conseguito presso la nostra Facoltà di Teologia la Licenza sull’argomento: « Homélie sur la transfiguration de Jean Damascène. Aspects d’une christologie du VIIIe s. entre continuité et innovation », sotto la moderazione del prof. Matteo Monfrinotti.

La Comunità accademica si congratula con il Dr. Etaix (ST.D), il cui studio sarà pubblicato, come prevede il Premio, nella collana Studia Anselmiana.


Presentazione del lavoro, a cura del prof. Matteo Monfrinotti

Il termine προαίρεσις – “volontà deliberata” - è un esempio perfetto che illustra l’acquisizione da parte dei Padri greci di un concetto filosofico per esprimere la loro antropologia morale. L’attenta ricerca dottorale di Alexander Etaix ha studiato l’uso che Giovanni Crisostomo fa di questo termine all’interno della sua produzione letteraria. Il lavoro espone la visione della libertà umana del predicatore, capace di coinvolgere con tanta energia i suoi ascoltatori.
Pur integrando i significati più comuni (come ad esempio desiderio, progetto, intenzione), il Crisostomo ereditando il concetto aristotelico-stoico lo amplia in senso metafisico. La sua definizione esplicita da parte di
Crisostomo è “un movimento che parte da noi stessi e ci porta dove vogliamo”. Assimilando questo movimento al suo soggetto, ogni essere umano è un atto in fase di deliberazione e attualizzazione.
Inoltre, nella sua ricorrente giustapposizione con la προαίρεσις, la φύσις assume due significati. Da un lato, designa l’insieme dei determinismi verso i quali la προαίρεσις mantiene sempre un margine di indipendenza. Sono
conosciuti con precisione, sia che si tratti di fattori fisici (sesso, età, abilità innate), psichici (passioni), familiari (genetica, educazione), sociali (schiavitù, proprietà), religiosi e filosofici. Ma la φύσις descrive anche la natura umana in quanto incorpora la προαίρεσις. Non si tratta di una facoltà astratta, ma del fatto che costituisce un uomo reale, nella dinamica deliberata della sua vita concreta. La parola designa quindi un individuo creato, unico e libero. Con la sua προαίρεσις, il creatore gli conferisce una prerogativa divina: una capacità di autodeterminazione con cui l’uomo si autocrea.
Questa “arte di vivere” si riferisce a una metafora essenziale in cui Crisostomo non esita a paragonare Dio a un padre pittore che desidera trasmettere tutta la sua arte al figlio, l’uomo. Quest’ultimo ha una sola opera da produrre: se stesso, con i soli mezzi della sua προαίρεσις. Attraverso di essa, l’uomo completa la creazione che è dando forma all’essere che diventa. E se vuole realizzare in sé un’opera mirabile, il modello che deve seguire è il movimento inaudito della gratuità divina, di cui egli stesso ha beneficiato ricevendo da Dio il dono della propria libertà.
Questa immensa capacità implica anche il suo possibile uso improprio. Di fronte all’esperienza primitiva e quotidiana del male, Crisostomo risponde teoricamente e descrive praticamente un’unica origine: la προαίρεσις della
creatura libera, che non può fare altro male se non quello che si autoinfligge diventando cattiva. A questo proposito, è degno di nota il confronto tra il προαίρεσις e il libero arbitrio del suo esatto contemporaneo, Agostino d'Ippona.
In un contesto teologico, questa responsabilità morale suggerisce le prospettive di sanzione (in premio o punizione) che le metafore del salario o dello sport illustrano in modo privilegiato. La radicale autonomia della
προαίρεσις implica anche la delicata questione della sua relazione con la grazia e l’azione divina. Infine, secondo l’equivalenza tra il προαίρεσις e l’individuo che si realizza, la sanzione riguarda, al di là dell’atto, l’essere stesso e la sua eternità. Viene discussa anche l’implicazione della προαίρεσις nel giudizio escatologico e negli ultimi fini. Questo scopo escatologico giustifica lo scopo immediato della predicazione: l’esortazione incessante all’attuazione deliberata di una vita veramente cristiana. Per Crisostomo, il ruolo della προαίρεσις si rivela ovunque decisivo: ascetismo, verginità, elemosina, impegno nel martirio o ricorso ai sacramenti. Ovunque, la προαίρεσις - mutevole, indecisa ma principio ultimo della conversione - è l’obiettivo a cui mira la parenesi.
Questa nozione diventerà centrale nelle definizioni antropologiche di Massimo il Confessore, dove è evidente l’influenza del Crisostomo. L’importanza dell’azione deliberata nell’antropologia dell’Antiocheno anticipa quella del ruolo della volontà nei secoli successivi nei dibattiti sulla natura umana di Cristo.