Percorso nella spiritualità liturgica di sempre

La espressione “spiritualità liturgica” è qualcosa di molto recente nella storia della Chiesa, rissale, con la connotazione che abbiamo, al ventesimo secolo con gli albori del movimento liturgico che tanta influenza ha avuto su tutto quello che è successo al concilio. Di solito faceva riferimento a tre ambiti principali: la Sacra Scrittura che veniva riscoperta dagli studi biblici e delle scoperte di manoscritti antichissimi; Dall’archeologia cristiana che apriva la comprensione di tante lacune e la liturgia stessa che si riscopriva sempre nuova sotto vetusti vestiti. In quel momento la espressione era adoperata anche in contrapposizione ad un'altra realtà, classificata con il termine generico “pietà popolare”, che erano tutte le pratiche non liturgiche anche dentro della liturgia (pregare la corona durante la messa per esempio). Nostro corso non vuole difendere una o altra, e si andare incontro alla unità del rito, dell’architettura, dell’iconografia, dei movimenti corporali nella celebrazione liturgica. Con ausilio degli stessi testi e preghiere, dalle catechesi dei Padri e commenti dai teologi di tutti i tempi, con il sottofondo antropologico degli atteggiamenti umani in rapporto con il Sacro, cercheremmo di fare un vero percorso dallo esterno dell’edificio al suo cuore più intimo, l’altare, e di lì il suo ritorno alla quotidianità di una vita illuminata da dentro.