25 gennaio 2025. Si è tenuta presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo la Giornata di Studio Interdisciplinare, a cura della Cattedra “Pensiero e Forme dello Spirituale” diretta dalla prof.ssa Isabella Bruckner, dedicata al tema Immaginare Maria nell’arte e nella liturgia.
Sebbene nel canone del Nuovo Testamento venga menzionata soltanto in alcuni brani, Maria e stata e resta una figura “toccante”, che ha ispirato e ispira l’immaginario dei fedeli e degli artisti attraverso i secoli. La Madre del Dio fatto Uomo ha sempre costituito un impulso per la creazione di opere di straordinaria bellezza, ne è scaturita quella che si potrebbe chiamare un’estetica mariana, sia nell’ambito della liturgia (soprattutto negli inni e nelle antifone mariane), sia nell’ambito dell’arte figurativa, nella letteratura come pure nelle arti performative. A partire da questa constatazione ha preso avvio l’idea di questa Giornata di studio a più voci.
Dopo il saluto iniziale del Pro-Rettore, prof. Laurentius Eschlböck, O.S.B., e l’introduzione della prof.ssa Bruckner, si sono succedute, con ritmo intenso e serrato, sette relazioni, seguite ciascuna da un tempo di dialogo, confronto e dibattito fra i relatori e i partecipanti. Il prof. Ricardo Pérez, O.S.M. (Pontificia Facoltà Teologica Marianum) ha presentato le prime raffigurazioni mariane come sistema semantico, evidenziando la funzione didattica e devozionale dell’icona, a partire dalle pitture catacombali romane e dalle testimonianze musive dei primi secoli dell’Urbe.
Il prof. Harald Buchinger (Università di Ratisbona) ha delineato un affascinante itinerario fra Oriente e Occidente, ripercorrendo alcuni dei testi più significativi dell’eucologia e del corpus antifonale della più antica festa mariana, quella agostana della koimesis/assumptio, da Gerusalemme a Bisanzio, dalla Gallia e della Spagna mozarabica a Roma.
Le immagini di Maria nelle Revelationes di santa Brigida sono state al cuore della presentazione offerta dal prof. Massimo Moretti (Sapienza Università di Roma), che ha mostrato la forza ispirativa esercitata sulle rappresentazioni pittoriche della Vergine a partire dalle pagine di questa mistica che, all’epoca del papato avignonese, ha sintetizzato in sé le pluriformi esperienze del femminile quale sposa, madre, nobile e povera, vedova e consacrata.
La sessione pomeridiana si è aperta con una rilettura della raccolta poetica La vita di Maria di R.M. Rilke, proposta dal prof. Jakob Deibl, O.S.B. (Università di Vienna) che ha ripercorso alcune delle miniature mariane che affiorano dai versi rilkiani della nascita della Vergine, della sua presentazione al tempio, dell’annunciazione, della maternità, ecc. mostrando la costellazione di motivi e di rimandi che il poeta di Praga ha intessuto nelle sue pagine.
La prof.ssa Yvonne Dohna Schlobitten (Pontificia Università Gregoriana), prendendo le mosse dagli scritti di Romano Guardini, ha delineato una carrellata diacronica di immagini mariane, dalle icone del primo millennio alla performance della Abramovich, facendo emergere il dinamismo del vedere, del conoscere e dell’incontrare, fra ratio analitica, conoscenza sperimentale e sguardo contemplativo.
Le Madonne di celluloide e le figure mariologiche nel cinema contemporaneo sono state al centro della riflessione della dr.ssa Linda Pocher, F.M.A. (Pontificia Facoltà di scienze dell’educazione Auxilium) che ha studiato quattro pellicole recenti, esemplificando il modo in cui questo soggetto viene trattato nella settima arte, tra fedeltà alle fonti cristiane e tensione a colmare in vari modi le lacune documentali, come avevano fatto nel passato, a modo loro, gli apocrifi, gli iconografi o le visioni dei mistici.
Infine, la prof.ssa Isabella Bruckner (Pontificio Ateneo Sant’Anselmo) ha analizzato alcune metafore della nascita, tracciando qualche prospettive dogmatica a partire dai recenti fatti di cronaca relativi alla vandalizzazione della scultura Crowning di Esther Strauß che ha rappresentato la scena del parto di Maria.
Come ha ricordato la prof.ssa Bruckner, coordinatrice della giornata, l'estetica religiosa ha spesso preceduto lo sviluppo della dottrina teologica, mentre quest'ultima e stata costantemente reinterpretata e tradotta dall’arte cristiana nelle differenti epoche storiche. Da qui l’opportunità di tornare ad esplorare la ricchezza di quest’estetica mariana nella liturgia e nelle arti a partire da diverse prospettive disciplinari – liturgia, storia dell’arte, teologia sistematica e filosofia – ed in diverse epoche storiche, dall’antichità fino al presente, illustrando così la traducibilità innovativa dell’eredità cristiana riguardo alla dimensione mariana, i suoi aspetti critici e il suo potenziale generativo per il pensiero teologico di oggi. Il rigore degli studi presentati e il vivo interesse suscitato nei partecipanti ha fatto sorgere l’auspicio di una pubblicazione che custodisca la traccia di questo incontro e offra un’ulteriore occasione di pensiero, riflessione e condivisione, «perché tutte le immagini portano scritto: “più in là”!» (E. Montale).